mercoledì 2 aprile 2014

"Un'Europa dei diritti per superare le disuguaglianze di oggi"

Arbia: "Un'Europa dei diritti per superare le disuguaglianze di oggi"
di Silvana Arbia, candidata per L'Altra Europa con Tsipras nel collegio Sud

L’Europa delle disuguaglianze azzera la dignità individuale e collettiva di intere generazioni, cancellando il presente e negando ogni futuro, andando a infrangere quel patto generazionale che aveva sorretto la rinascita economico-sociale delle democrazie sorte nel periodo post-bellico del secolo scorso.
La crisi che affligge i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia e Grecia in primis, colpisce fasce sempre più vaste di popolazione, deprivata di quei diritti fondamentali che sembravano ormai acquisiti al patrimonio comune, frutto di conquiste sociali e di politiche unitarie, che si ponevano come pilastri fondamentali del processo di unificazione europea.
L’Europa delle libertà, quale fondamento ideale alla base della nascita stessa dell’intero progetto politico dell’Unione, sembra oggi mostrare tutti i limiti e tutte le contraddizioni, a fronte di un’evidente e macroscopica distonia fra quei Paesi che detengono la primazia delle politiche economiche e finanziarie (Germania in testa, ma anche tutte le altre democrazie nord-europee) e Paesi mediterranei, che continuano a subire le imposizioni della cd Troika, che nulla hanno a che fare con reali progetti di risanamento e di sviluppo.
Politiche industriali al tracollo, interi settori produttivi in totale declino, assenza di investimenti nei settori della ricerca, dello sviluppo e della cultura, portano a conseguenze di impoverimento e di progressivo degrado per milioni di donne e di uomini, colpendo con drammaticità le fasce generazionali più deboli, senza risparmiare anziani, giovani e bambini.
Le politiche di austerità imposte in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, stanno intaccando quei principi fondamentali di tutela della dignità umana, deprivando intere popolazioni del diritto al lavoro, alla salute, all’accesso all’istruzione e all’informazione. Oggi è a rischio di impoverimento il 17% della popolazione dell’Unione Europea, mentre 120 bilioni di euro si perdono a causa della corruzione.
Azioni serie, contro la corruzione e la criminalità organizzata, con una più efficace cooperazione tra gli Stati e la centralità della dignità individuale e sociale devono figurare tra le proprietà nell’agenda delle istituzioni europee nei prossimi anni, se si vuole evitare la crescita della regressione antidemocratica e le istanze separatiste, che sempre più spesso sorgono all’interno della stessa area UE, con preoccupanti riemersioni di idee e gruppi dichiaratamente ispirati al nazionalsocialismo.
Arginare l’antieuropeismo è una necessità, ma si può stare in Europa se i cittadini troveranno in essa una garanzia in più rispetto a quella statale, che loro, i loro figli e i loro nipoti possano vivere liberi e con dignità in un comune spazio di sicurezza, di giustizia e di prosperità.
La risposta, per una politica che superi le diseguaglianze, intraprenda una seria azione contro la povertà e per lo sviluppo non può che incentrarsi sul progetto di un’Europa dei diritti. Un’Europa dei cittadini, fondata sull’equità, sul rispetto della diversità, sull’accoglienza e sulla giustizia.  

Garanzie per i giovani (“Youth Guarantee”)


Gli Stati membri dell’UE devono stabilire un sistema che aiuti i giovani ad entrare e rimanere nel mercato del lavoro

di Silvana Arbia

Il 28 febbraio il Consiglio dell’UE ha raggiunto un accordo politico su una raccomandazione da indirizzare agli stati membri intitolata « Youth Guarantee » (Garanzie per i giovani). Gli stati membri devono prevedere, tra le altre misure, che le persone di etá inferiore a 25 anni disoccupati o che hanno perso lavoro siano aiutate a inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro. Essi dovrebbero ricevere un’offerta di impiego entro 4 mesi da quando sono rimasti senza lavoro o da quando hanno lasciato formalmente gli studi. Trattandosi di una raccomandazione, spetta agli stati porre in essere le garanzie adeguate in linea con i criteri fissati dal Consiglio dell’UE. Tale raccomandazione costituisce una componente di una serie di interventi in materia di occupazione giovanile e fa parte del pacchetto di misure per l’occupazione giovanile (Youth employment package) che non puó non essere una prioritá a livello europeo e a livello nazionale.

Sempre in questi giorni é disponibile uno studio sulla “bioeconomia” per rilanciare l’occupazione in Europa. Secondo uno studio del comitato per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento Europeo, giá 22 milioni di persone sono impiegate nel campo della bioeconomia e il programma Horizon 2020, di cui ho giá accennato in un precedente post, ha creato circa 130.000 posti di lavoro.

Lo stesso Comitato, illustrando alcune proposte concrete, nota che gli stati membri dovrebbero organizzare corsi di bioeconomia e programmi di formazione con un ruolo dell’UE di leader e di pionierato nel settore. Le ricerche e gli studi dovrebbero ora tradursi in prodotti commerciabili, col vantaggio che la bioeconomia permette la riduzione dei costi di produzione e dell’inquinamento. In aree rurali e forestali l’UE dovrebbe investire e finanziare lo sviluppo di quelle aree, con risvolti positive in materia di occupazione.

Speriamo che si agisca presto senza aspettare che i giovani diventano vecchi prima di beneficiare delle garanzie in questione…

pubblicato il 2 marzo 2013 su http://www.laperfettaletizia.com/