lunedì 19 maggio 2014
SILVANA ARBIA IN CALABRIA FIRMA IL MANIFESTO CONTRO LA POVERTA’ ESTREMA E PARTECIPA ALL’INCONTRO SU VIOLENZA DELLE DONNE E CERTEZZA DEL DIRITTO ALLA “FONDAZIONE ROBERTA LANZINO”
Silvana Arbia, ieri, a Rende, in provincia di Cosenza, ha
sottoscritto il manifesto “ONE” per mettere fine alla povertà estrema.
“ONE” é un'organizzazione internazionale che nasce dalla volontà delle persone e attraverso attività di campagna e lobby promuove la lotta il disagio e sostiene la prevenzione delle malattie.
“La povertà è un problema non solo dei Paesi sottosviluppati,
ma anche dell’Europa – ha detto Arbia -. Il 12 per cento della popolazione
europea è a rischio povertà, è un dato che deve farci riflettere ed indurci ad
operare per invertire una tendenza che offende l’Europa e i suoi valori
fondanti. Nel mio programma elettorale c’è tanto spazio per la lotta al disagio
economico delle popolazioni, c’è una grande attenzione alla dignità delle
persone e delle famiglie che, nell’epoca della tecnologia e delle grandi
conquiste, deve ancora fare i conti con le difficoltà di portare il pane a
casa”.“ONE” é un'organizzazione internazionale che nasce dalla volontà delle persone e attraverso attività di campagna e lobby promuove la lotta il disagio e sostiene la prevenzione delle malattie.

Silvana Arbia, nel corso del dibattito, ha fatto presente
l’importanza dell’entrata in vigore, il primo agosto prossimo, della
Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le
donne e la violenza domestica, conosciuta come Convenzione di Istanbul. “E’ un
passo fondamentale per l’affermazione del primo strumento internazionale
giuridicamente vincolante per combattere concretamente la violenza nei
confronti delle donne – ha detto Arbia - , un insieme di misure per la
protezione di chi subisce violenza. Siamo di fronte ad un’occasione unica per
rompere il silenzio e superare i pregiudizi, considerando che la violenza
maschile assume molteplici forme e modalità”.
Come donna di legge, ha ribadito Arbia a Rende, “ho dovuto
fare una scelta, quella di impegnarmi direttamente in politica, perché lo Stato
di diritto, in Italia e soprattutto nel Sud, é pesantemente messo in discussione.
Sono ora coinvolta in un progetto che é per me nuovo rispetto alle funzioni da
sempre assolte come magistrato, ma non gli obiettivi, che sono gli stessi.
Senza Stato di diritto non c’è sviluppo. La corruzione in Italia è un problema.
Serve una classe politica competente, che non badi solo alla conquista di
posizioni di potere. Bisogna fare scelte per la legalità, per la politica del
bene comune, questo serve, soprattutto al Sud”.
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