L’Italia e l’Europa hanno un male grave di cui si devono
liberare: la corruzione. Una piaga che impedisce di valorizzare le risorse e il
merito e quindi lo sviluppo dell’economia e la tutela dell’ambiente.
La Commissione europea ha già evidenziato l’alto livello di
corruzione nelle istituzioni europee, un vero cancro che può corrodere anche le
forze sane.
E’ assurdo che regioni ricche debbano rimanere povere, che le
persone lascino i loro territori favorendo
la presenza di poteri, oligarchie il cui solo scopo è arricchirsi e
diventare sempre più influenti sulle istituzioni.
La società civile deve tenere alta la discussione su questo grave problema: “Transparency
International”, che è un’organizzazione non governativa, pubblica dati
allarmanti su come lobbisti senza regole e senza scrupoli mettano le mani sulle
istituzioni dell’Unione Europea.
La stessa organizzazione fa notare l’introduzione di pratiche
che riducono sempre di più la trasparenza delle decisioni della Commissione,
del Parlamento Europeo e del Consiglio, si tratta di riunioni a porte chiuse
dove avvengono i negoziati sulla testa di cittadini. E così, 500 milioni di
europei, subiscono decisioni prese da qualche migliaio di lobbisti.
Ecco, allora, l’importanza
dell’accesso all'informazione e alla giustizia in materia ambientale. Voglio
richiamare, a tal proposito, la Convenzione di Arhus (decisione 2005/370/CE del
Consiglio, 17 febbraio 2005) con cui l'Unione Europea intende
sensibilizzare e coinvolgere i cittadini nelle questioni ambientali, nonché
migliorare l'applicazione della legislazione sull'ambiente. Parte dall'idea che
un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei
confronti dei problemi di tipo ambientale conduca ad un miglioramento della
protezione dell'ambiente. Essa intende contribuire a salvaguardare il diritto
di ogni individuo, delle generazioni attuali e di quelle future, di vivere in
un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere.
Insomma, la partecipazione civile è
fondamentale ai fini delle decisioni da prendere. Le autorità pubbliche devono
mantenere aggiornate le informazioni in loro possesso e a tale scopo devono
tenere elenchi, registri e schedari accessibili al pubblico. Deve essere favorita
l'utilizzazione di dati elettronici, comprendenti le relazioni sulla situazione
dell'ambiente, la legislazione, i piani o le politiche nazionali, le
convenzioni internazionali.
Ribadisco che la lotta alla corruzione deve essere una
priorità per il nuovo Parlamento europeo. Lavoriamo insieme per denunciare i
conflitti di interesse, le oligarchie e le opacità delle decisioni prese sulla
nostra testa.
Silvana Arbia