“Campania,
Basilicata, Puglia, ma anche Calabria, Molise e Abruzzo: una lunga scia di
terre avvelenate dalle responsabilità dell’uomo e dalla colpevole e grave
indifferenza degli enti pubblici” . Il magistrato Silvana Arbia, nelle
visite alle regioni del collegio Sud
delle elezioni europee, davanti ai territori devastati dall’inquinamento
e alla gente che denuncia le conseguenze anche fisiche degli scempi ambientali,
non ha potuto che pensare alle vittime, ai carnefici e ai crimini contro cui si
è battuta, per conto dei Tribunali e delle organizzazioni internazionali, in Africa e non solo, per assicurare alla
giustizia gli autori di giganteschi
misfatti contro l’umanità.
“Mentre il mondo stava a guardare” è
il titolo del suo oramai noto libro dedicato al genocidio del Ruanda in cui ha
fatto sapere a tutti dell’indifferenza
del mondo verso una tragedia che si è consumata mentre chi avrebbe
potuto evitarla si girava dall’altra parte per non vedere e non sentire. Lei
che ha contribuito a far risarcire le vittime e a punire i colpevoli non può
certo far finta di niente rispetto ai tormenti della Terra dei Fuochi, alla
disperazione dei cittadini lucani della Valle del Basento e delle zone
potentine straziate dalle estrazioni petrolifere, dalle discariche abusive di
rifiuti tossici della Puglia e di tante altre assurde realtà meridionali di
misfatti impuniti.
“Bisogna
indagare a fondo per disastro ambientale colposo e risarcire i danni a chi li
ha subiti e li sta subendo. Siamo di fronte, più che mai, alla enorme
compromissione dei diritti fondamentali dei cittadini, esposti alle conseguenze
degli inquinamenti industriali e delle eco-mafie prodotti dal comportamento di
criminali, anche con ruoli di responsabilità, di persone fisiche e organismi
pubblici. Bisogna individuarli, devono pagare e risarcire.
Le responsabilità di chi ha agito e agisce
nelle terre del Sud non possono restare impunite.
Se solo queste stesse
terre potessero parlare e indicarci i responsabili di tanti disastri! Mi viene
in mente il ricordo dell’atteggiamento della madre di Giovanni Pascoli quando
la cavallina storna ritornò senza il marito che era stato assassinato e, non potendo sperare negli
uomini che parlassero e dicessero chi fosse l’assassino, lo chiedeva alla
cavallina. Ma gli uomini possono parlare, dobbiamo metterli nella condizione di
poterlo fare per poter vincere le
omertà, le collusioni. Sapremo a chi chiedere di risarcire i danni all’ambiente,
alla popolazione . Non è un sogno, ma un principio generale del diritto: chi
causa danni deve pagare, in tutti i
sensi, politicamente, economicamente e moralmente”.