giovedì 22 maggio 2014

Lettera di Silvana Arbia ai cittadini del Sud

Un’Europa diversa, insieme a Tsipras


Sono una cercatrice di verità. L’ho sempre inseguita, come magistrato, nei luoghi del mondo dove l’avidità umana raggiungeva e superava limiti di crudeltà inimmaginabili.

Il mio desiderio di giustizia resta ineludibile anche in politica e rispetto a nuovi scenari e grandi problemi, quelli italiani, del Mezzogiorno, dell’Europa.
C'è un sistema che non contempla il rispetto delle leggi, la meritocrazia, le competenze. Che non dà priorità alla dignità delle persone, che non investe sui beni culturali e sul turismo.
Registro rassegnazione o impotenza rispetto a chi si permette di stravolgere l'armonia dell’ambiente solo per soddisfare gli appetiti di “pochi”, speculando sulle risorse naturali, lasciando cenere e veleni sui nostri territori.

Vedo crimini e criminali e ricordo quelli che ho combattuto e vinto. E come in quei casi, dico che deve pagare chi si è macchiato di responsabilità, deve risarcire le comunità, politicamente ed economicamente. Non mi spaventano i poteri forti, i padroni che rendono schiavo il popolo. Non si tratta di sentirsi sceriffo vendicatore, ma non posso stare a guardare. Ancora una volta non posso farlo. Come donna meridionale metto a disposizione la mia storia e la mia esperienza. E’ per questo che sono qui a spiegarvi le ragioni di questo nuovo ed appassionato impegno, perché c’è un’emergenza in Europa che deve essere affrontata, subito, o sarà troppo tardi per tutti.
L’Europa, l’Italia e soprattutto il nostro Sud, non possono continuare ad essere rappresentati da gente che, nella vita, non ha fatto altro che i propri affari. Va recuperato il “senso civico”, che può contrastare la concezione dell’interesse “familiare”. Questa è la posta in gioco. 

Servono donne e uomini nuovi, diversi, soprattutto liberi da vincoli e condizionamenti. E’  questo che chiede il Sud dei padri, delle madri e dei figli ridotti in catene. Perché chi non é autonomo economicamente non é libero. 
Recatevi alle urne, il 25 maggio prossimo, per eleggere il nuovo Parlamento europeo, perché andare a votare serve. Non fate più caso a quel vecchio adagio secondo cui ”tanto non cambia  nulla, non serve a niente”. Scegliere è sempre un atto di responsabilità e libertà, votare anche.

Il Sud è la terra dove sono nata, che ha ispirato i miei progetti. È la terra dove sono tornata e a cui sono legata dalla più profonda devozione. 
Nelle mie visite alle regioni del collegio Sud, ho incontrato persone straordinarie e ancora disposte a sperare e a rimettersi in gioco. A loro ho spiegato che l’Europa è il nostro futuro, ma ai cittadini degli Stati membri occorre dare la possibilità di riappropriarsi delle istituzioni sovranazionali che li governano.
Alexis Tsipras, nostro candidato alla presidenza della Commissione europea, è stato il primo ad aver avuto il coraggio di parlare di un’altra Europa, di affermare che la UE siamo noi, e non solo le banche e l’Euro. Ha ricordato a tutti che servono politiche sociali, che la corruzione va combattuta, come la povertà.
C’è tanto da fare a Bruxelles, a cominciare dall'individuazione di un salario minimo uguale per tutti gli Stati dell'Unione, per scoraggiare le delocalizzazioni delle imprese che migrano dove il costo del lavoro é minore, per la revisione delle procedure relative ai fondi europei, che per essere davvero utili vanno erogati in modo semplice, diretto, tempestivo. E che dire dei problemi del comparto agricolo meridionale, delle procedure esecutive che gravano su tanti operatori, degli effetti nefasti sulle produzioni conseguenti agli accordi europei con i Paesi terzi, dei drammi umani ed economici a causa delle calamità naturali.
Un voto è importante per un’Europa diversa, perché quella di oggi é fallita totalmente. 

E’ il tempo di ricominciare da capo, di costruire la nostra Europa, per il bene di chi ci vive oggi e per le generazioni future, nel solco della legalità, della giustizia e del benessere.

Buon voto a tutti.


Silvana Arbia

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